Perché e quando si diffuse l’uso della caffeina nella storia dell’uomo

Fino al medioevo pare che l’umanità non abbia sentito la necessità di bevande stimolanti e, solo a partire dal XVII secolo, abbia cominciato a ricorrere alla caffeina per aiutarsi a rispettare i ritmi di lavoro, per combattere il sonno e la stanchezza. Da quel momento l’uso della caffeina è diventato così diffuso, che oggi è difficile immaginare un mondo senza caffè e tè.

Forse i vantaggi offerti dal consumo di bevande caffeinate risultarono chiari soltanto quando la società non fu più in grado di organizzare i propri tempi con il sole e le stelle.
In età medievale i ritmi erano lenti, le festività numerose e la disorganizzazione pervasiva. In questo periodo in Occidente non esisteva un solo orologio preciso. L’esattezza dei cronometri era così limitata, che ci si accontentava di una sola lancetta che segnava i quarti d’ora.
La lancetta dei minuti, quindici volte più precisa, divenne comune in Inghilterra solo nel 1660. Iniziative industriali ed economiche su larga scala furono possibili solo quando la misurazione di piccole unità di tempo cominciò ad essere un fatto normale e comune, tale da consentire lavori coordinati e sincronici. Questo avanzamento in termini di precisione avvenne negli stessi decenni in cui il consumo di caffeina si radicava a Venezia, a Parigi, ad Amsterdam, a Londra e in tutta Europa.
In quegli anni, infatti, veniva inaugurata la prima sala da caffè londinese e iniziava la frenetica vita culturale dei caffè, crocevia di commerci, scienze e arti letterarie.

Ha dunque senso supporre che la combinazione dell’orologio e della caffeina sia stata essenziale per lo sviluppo della civiltà moderna e non sarebbe troppo ardito affermare che il mondo moderno, come oggi lo conosciamo, non sarebbe stato possibile né immaginabile senza questa combinazione.

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